Saldo e stralcio: cosa è ?

Nella vita di tutti i giorni sia privati consumatori che imprese effettuano operazioni commerciali che comportano un esborso economico, presente o futuro: i casi da citare sono i più diversificati, dalle imprese che acquistano materie prime da inserire nel ciclo produttivo, al consumatore che vuole acquistare un’automobile; da una società che investe nell’acquisto di un terreno, ad una famiglia che intende comprare beni durevoli per la propria casa. La scelta del pagamento è varia: si può optare per il pagamento immediato come per il pagamento rateizzato, attraverso la predisposizione di un contratto di finanziamento, che consente di spostare nel tempo il versamento delle rate.

Ecco che, per far fronte ai propri impegni economici, sia le imprese che i privati consumatori, contraggano dei debiti sia a breve che a medio/lungo termine. Si pensi, prima di tutto, alle imprese da avviare o già avviate, che devono far fronte a degli esborsi economici relativi alla loro attività, come l’acquisto di mezzi o macchinari, le spese di costituzione di una società, quelle di pubblicità, le spese notarili, le spese di acquisto di immobili e attrezzature varie. Si tratta, generalmente, di impegni economici gravosi a cui spesso non si riesce a far fronte con una disponibilità liquida immediata. Altrettanto possiamo dire per i consumatori privati e le famiglie, spesso interessate dall’acquisto di beni di consumo che richiedono un esborso economico difficile da sostenere nell’immediato. Le famiglie spesso si rivolgono, infatti, società finanziarie o a banche al fine di contrarre prestiti per l’acquisto di immobili e non solo: il richiamo è anche a beni durevoli utilizzabili quotidianamente nella gestione di una casa, come elettrodomestici, o un’auto nuova.

Oggi è possibile, quindi, superare la mancanza di momentanea liquidità o, semplicemente, è possibile dilazionare nel tempo il pagamento di beni di consumo, con la comodità di pagare ratealmente il loro costo, grazie alla possibilità, offerta da intermediari finanziari, di stipulare dei finanziamenti. È opportuno, per dovere di precisione, ricordare che, se è vero che la maggior parte dei finanziamenti è accordata da banche e società finanziarie, può ben accadere che lo stesso contratto possa vertere anche tra due privati.

In entrambi i casi, dunque, sorge un obbligo giuridico per coloro che diventano parti di una transazione commerciale: obbligo di pagare la somma oggetto del rapporto, evitando che il debito diventi una situazione cronica. Può accadere, infatti, che il debitore non paghi il proprio debito nel luogo e nel termine previsto dall’accordo col proprio creditore, diventando in tal modo inadempiente e rischiando di sottoporsi ad una serie di conseguenze giuridiche di non poco conto. Il creditore, in tal caso, potrà attendere bonariamente che il debitore affronti un periodo di momentanea difficoltà economica e concedergli un termine per saldare il suo debito; potrà anche scegliere, trascorso questo periodo, di attivare le procedure esecutive previste dal nostro sistema normativo, attivando un pignoramento mobiliare o immobiliare sui beni del debitore inadempiente. Si tratta di una procedura che dovrebbe essere utilizzata come extrema ratio, considerando la gravosità della stessa, la lungaggine e, soprattutto, la condizione personale dei debitori stessi, spesso costretti a subirla in caso di notevoli difficoltà economiche.

Un modo per poter evitare il ricorso alle vie giudiziarie, almeno in prima battuta, è quello di raggiungere un accordo transattivo stragiudiziale di composizione della situazione debitoria.

Si tratta di un accordo stipulato tra il creditore e il debitore, attraverso cui viene valutata l’esposizione debitoria complessiva e viene proposta una nuova risoluzione della stessa, a vantaggio di entrambe le parti del contratto.

Occorre, prima di tutto, dire che questo accordo può intercorrere tra due soggetti privati oppure tra un privato e la banca o la società finanziaria presso cui è stato attivato un finanziamento; si tratta, genericamente, di un accordo attraverso il quale il debitore si impegna a corrispondere al creditore una somma di importo inferiore rispetto a quella iniziale, e il creditore si impegna ad accettarla, “a saldo e stralcio” del debito inizialmente contratto.

Cosa vuol dire esattamente saldo e stralcio? Stralciare, termine utilizzato soprattutto in diritto commerciale, significa eliminare una parte del debito dovuto, riducendolo e permettendo al debitore di pagarlo in misura inferiore; saldare, invece, vuol dire appunto versare l’ammontare del debito, pagare. Quindi, nel caso in esame, le parti si accordano per ridurre l’ammontare del debito (stralciarlo), prevedendo il pagamento immediato oppure dilazionarlo in quote determinate. Generalmente, però, il saldo e stralcio è conveniente quando prevede il versamento in un’unica soluzione. A volte il risparmio per il debitore può anche essere notevole: si potrebbe arrivare ad una riduzione anche del 60% o 70% della esposizione debitoria. Ovviamente, tutto dipende dal tipo di accordo transattivo che si riesce a raggiungere con il creditore e dalla tipologia del debito da transigere.

I vantaggi non sono solo per il debitore, che vedrà ridotto l’ammontare del suo debito, ma anche per il creditore, il quale preferirà pretendere ed ottenere una somma inferiore ma istantanea, e non attendere l’esito di un processo o di una procedura esecutiva. La certezza dei tempi celeri, quindi, gioca sicuramente a suo vantaggio, così come evita tutte le spese di giustizia e le procedure di recupero, con un notevole risparmio anche economico.

Entrando nel merito dell’accordo di transazione, è importante distinguere a seconda che lo stesso intercorra tra due privati, o tra un privato e la banca o una intermediaria finanziaria.

Analizziamo, prima di tutto, l’accordo transattivo tra due privati. È frequente l’esistenza tra due privati di una relazione di credito/debito da cui possa derivare una situazione di insolvenza: il caso classico potrebbe essere quello di una impresa che ha acquisto un macchinario di un importo pari a € 35.000,00 da versare in due rate a distanza di 6 mesi e si trovi in difficoltà nel saldare la relativa fattura; in tal caso, si potrebbe raggiungere un accordo con il proprio fornitore, a saldo e stralcio della posizione debitoria, con il versamento di un importo pari ad € 20.000,00 da versare entro 10 giorni. L’accordo in esame, per poter tutelare entrambe le parti, non deve consistere però in una semplice modifica del precedente contratto stipulato tra i due, ma di un vero e proprio nuovo contratto che comporta una c.d. novazione oggettiva in termini giuridici. Ciò vuol dire che le parti dovranno stipulare un nuovo accordo, che dovrà sostituire il precedente, di modo che il creditore, nella eventualità che anche il secondo accordo venga disatteso dal debitore, non possa fare rifermento al contratto iniziale, ma dovrà tutelarsi invocando il nuovo accordo. Inoltre, nel momento in cui riceverà il suddetto pagamento, dovrà firmare e consegnare una quietanza liberatoria, attestando di aver ricevuto l’importo concordato e di non aver null’altro da pretendere, a definizione della situazione debitoria.

Ma la situazione di prolungato indebitamento può riguardare anche il rapporto tra privati e istituzioni bancarie/finanziarie: possiamo pensare, ad esempio, ad una famiglia che ha contratto un prestito a medio/lungo termine e che ha accumulato rate per una esposizione debitoria pari ad € 75.000,00. Cosa accade in tal caso? Anche con la banca o la società finanziaria, creditrice del rapporto, sarà possibile raggiungere un accordo transattivo stragiudiziale, a vantaggio del debitore che potrà proporre un importo inferiore da saldare, e a vantaggio della banca, che non dovrà accedere alle procedure esecutive nei confronti del suo cliente, risparmiando anche in termini di oneri processuali e spese di giustizia. Spesso accade che le banche accettino un accordo nel caso in cui l’esposizione debitoria superi un certo ammontare, rilevandone la convenienza. In ogni caso, la banca, prima di procedere alla stipulazione dell’accordo novativo stragiudiziale, dovrà effettuare la segnalazione al CRIF e alla Centrale Rischi della Banca di Italia della situazione debitoria del correntista. Spesso poi accade che le banche si affidino a società terze di recupero crediti, affidando loro il portafoglio clienti, e saranno queste società a stipulare, per conto delle banche, a contattare i clienti in posizione debitoria e a verificare le condizioni per raggiungere degli accordi transattivi.

Per entrambe le ipotesi esaminate occorre fare una precisazione: sia i privati, che le imprese e le aziende, che le società finanziarie, possono analizzare gli accordi transattivi ma la relativa accettazione ne costituisce solo una facoltà, e non un diritto. Questo significa che le parti sono e rimangono nella totale libertà di poter stipulare l’accordo transattivo stragiudiziale o di seguire il normale iter giuridico per il recupero coattivo delle somme, adendo la competente autorità giudiziaria.

Una novità introdotta negli ultimi anni in relazione agli accordi stragiudiziali di saldo e stralcio dei debiti è quella di ricorrere alla negoziazione assistita: nel caso specifico in cui l’ammontare del debito sia uguale o inferiore ad € 50.000,00 e la parte creditrice intende procedere al recupero giudiziale delle somme, dovrà obbligatoriamente attivare prima il procedimento di negoziazione assistita. Si tratta di un procedimento attivato dall’ultima riforma del processo civile e che consente di raggiungere un accordo tra le parti, grazie alla intermediazione e alla professionalità degli avvocati, senza ricorrere al giudice. Le parti, in questo caso, si impegneranno a collaborare, secondo buona fede e lealtà, e a cooperare al fine di comporre la controversia cercando la soluzione migliore.

Spetterà agli avvocati condurre la procedura, redigere la proposta transattiva corredata di tutta la documentazione, da cui emerge la difficoltà del debitore nel saldare i propri debiti, e valutare le eventuali insidie che potrebbero sorgere, al fine di tutelare al meglio sia il creditore che il debitore.

Con il proliferarsi di queste situazioni di difficoltà economica e, soprattutto, con l’avvio della riforma che obbliga la procedura di negoziazione assistita, diversi sono stati gli organismi e le associazioni, anche nella città di Bari, che consentono il giusto supporto al debitore. Sicuramente rientrano in questo elenco meramente indicativo gli stessi organismi di conciliazione previsti dai diversi Ordini professionali, come quello degli avvocati o dei commercialisti e revisori contabili, che offrono supporto e consulenza non solo nel caso di sovraindebitamento alle imprese, ma anche a famiglie e a consumatori privati. A questi si aggiungono anche i diversi organismi privati di mediazione e negoziazione, composta da avvocati, o le diverse associazioni di consumatori, che si sono attivati per poter garantire la migliore assistenza per trovare la soluzione più idonea alle diverse esigenze.

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